Per rispondere a questa domanda ci ero partita molto, molto alla lontana. Ho praticamente spiegato tutte le casistiche di pannelli esistenti per l’arredo, e ne è venuto fuori un articolo abbastanza lungo che ho pensato fosse meglio lasciare indipendente, per rendere la lettura più agevole.
Il mondo degli arredi e della falegnameria infatti è un mondo vastissimo da conoscere, e se si vuole capire cosa si ha davanti, bisogna avere un minimo di infarinatura. Vi suggerisco di leggerlo quando ne avete voglia.
un’errata supposizione
Andiamo al cuore della domanda posta a titolo dell’articolo. Questo quesito ha un’origine ben specifica: parlando con dei miei amici, poi con dei clienti, mi sono accorta che molte persone danno per scontato la seguente implicazione, che purtroppo non corrisponde alla realtà:
più famoso è il brand (più costa la cucina) -> più alta è la qualità dei pannelli
Purtroppo non è così. Il fatto che un marchio sia famoso non garantisce automaticamente una data consistenza di pannelli. E diciamo pure che la cucina in massello oggi è quasi un miraggio. Una cucina di un marchio molto famoso può costare facilmente dai 10.000 € ai 60.000 €, ma non significa che quella più cara sia automaticamente tutta in massello. Il perchè di questi costi esiste, non sono cifre sparate a caso (e ci arriveremo), ma ecco, questa erronea supposizione denota che è importante capire cosa stiamo pagando e perchè.
Ci sono differenze fra brand e brand, ma soprattutto spesso all’interno della stessa casa troviamo più di una casistica, e tante possibilità di scelta (soprattutto in merito alle finiture).
Come fare allora a capire cosa stiamo comprando? La risposta è semplice: leggere la scheda tecnica.
casi-studio
Per comprendere le schede tecniche bisogna avere un’infarinatura sui materiali, e per questo vi rimando all’articolo di prima. Proviamo comunque a capire insieme come si comportano tre brand diversi, ognuno associabile a una diversa capacità di spesa/nomea.
CASO NR. 1 – ENTRY-LEVEL – Ikea
Brand che apprezzo, ma di cui bisogna conoscere i limiti se si vuole fare un acquisto consapevole. Il 99% dei suoi arredi è composto da pannelli in truciolare rivestiti con fogli plastici; con qualche raro caso di rivestimento in essenza. La nota positiva è che tutte le schede tecniche e informazioni sui materiali sono in bella vista. È facilissimo documentarsi e capire cosa si sta acquistando.
La qualità della materia prima – come il truciolare – non è eccelsa; vedendolo da vicino è possibile notare un mix di scaglie molto fragili e a volte mischiate ad altro; ma soprattutto, molti degli spessori dei pannelli e dei rivestimenti sono tirati all’osso. Queste ultime due caratteristiche fanno sì che alcuni dei suoi prodotti abbiano capacità di carico inferiori o durevolezza nel tempo limitata. È per questo che dopo un po’ il legno si imbarca (si curva), non regge bene, si spezza o le superfici si spizzicano lasciando intravedere la parte sottostante..
CASO NR. 2 – MEDIUM-LEVEL – Scavolini
Non c’è italiano che non conosca Scavolini. Tantissime famiglie l’hanno accolta a casa loro ed è parte della storia della nostra nazione. Per quanto mi riguarda ho avuto l’occasione di conoscerla ancora meglio, soprattutto dal punto di vista tecnico, grazie al progetto per la cucina Dandy, a cui ho partecipato nel 2018.
Contrariamente a Ikea, trovare schede tecniche pronte alla lettura non è così facile. Ho navigato in lungo e in largo, scaricato cataloghi e articoli, eppure è difficile arrivare al cuore degli elementi tecnici. Probabilmente vi sarà dato maggior materiale in fase di acquisto: informatevi sempre con il supporto tecnico!
In ogni caso, per personale esperienza, toccando con mano alcuni modelli e leggendo a conferma altri articoli su internet, posso dire che utilizza dei pannelli in truciolare rivestiti per la maggiorparte delle strutture. A differenza di Ikea gli spessori sono adeguati, e calcolati per resistere a un certo tipo di carico e arco di tempo. Ma sempre truciolare è. Per quanto riguarda le finiture, invece, è possibile trovare molte più informazioni. Nel tempo questo marchio ha rinnovato molto le rosa di proposte, quindi vi è un po’ di tutto… dai laminati plastici basic, a finiture nanotecnologiche, essenze in rovere, ceramiche, in pietra eccetera. Anche qui, dato che ci sono tante riproposizioni “finto-qualcosa”, leggete bene la scheda tecnica e il preventivo, per essere sicuri che state acquistando un rivestimento in legno e non in plastica finto-legno.
CASO NR. 3 – HIGH LEVEL – Boffi
Uno dei marchi più ricercati e pluripremiati in merito a design di cucine. Famosissimi designer e architetti hanno disegnato le linee più belle, e ogni anno detta nuove tendenze. Il suo cavallo di battaglia sono senza dubbio le finiture. La qualità di quest’ultime, come quella progettuale, è altissima. Sono (quasi) tutte vere essenze, vere pietre e veri marmi, tagliati e lavorati ad arte – e vi è una casistica di scelte da perdersi. Vi è anche tanta informazione al riguardo e brochure dedicate. Nulla da dire.
Non proprio di facile accesso, invece, le schede tecniche sulle parti “strutturali” della cucina. Quindi. Indovinate? Ebbene sì. Anche in questo caso ritroviamo dei pannelli in truciolare/osb, e ogni tanto fa capolino anche l’MDF, in base alle necessità. Quindi anche uno dei marchi più costosi, belli e ricercati… utilizza anche lui pannelli in truciolare.
conclusioni e consigli
Come avrete capito, il 99% di quello che vedete sul mercato ha una parte interna in truciolare e di massello ne vedrete ben poco. Qualcuno potrebbe sentirsi un po’ indispettito del fatto che marchi-top-di-gamma non vadano di massello ovunque, ma c’è da considerare che:
- il truciolare se ben calibrato ha ottime capacità meccaniche; è meno nobile certamente, ma fa il suo lavoro se gli spessori sono corretti;
- ogni brand ha una grande struttura dietro: team per la ricerca tecnica ed estetica, test e prove tecniche, strutture di supporto e controllo qualità, rapporti con rivenditori, sponsor e showroom dedicati. Questo è un servizio a tutti gli effetti, ed ha ovviamente un costo.
- spesso per rendere più un lussuoso un arredo si lavora su altri fronti, egualmente costosi: finiture dei pannelli a vista, importanti componenti meccaniche (grandi antone a ribalta con cerniere super-ingegnerizzate, grandi cassettoni con sponde metalliche dalle dimensioni quasi proibitive), luci anche dove non necessario, tecnologie integrate per funzionare quasi con il solo sfioramento delle dita, o attivarsi da app e così via.
Quello che suggerisco è di leggere sempre le schede tecniche, e quando queste sono ostiche o poco chiare (vedi la dicitura: laminato, aperta a diverse interpretazioni), chiedete info al supporto tecnico o al professionista che vi sta seguendo. Almeno siete consapevoli di cosa acquistate.
Apprezzo il lavoro di questi marchi, e capisco anche i motivi per i quali sceglierli, partendo banalmente dal visto-piaciuto. Però potendo scegliere, suggerisco sempre l’arredo su misura. Primo, le libertà espressive sono molto più alte; è un prodotto sartoriale e personale a tutti gli effetti che si integra a perfezione nel vostro spazio, senza limiti di colore, effetti e finiture. Secondo, non dovesse andarvi bene truciolare, mdf o osb come struttura, se ne avete la possibilità potete chiedere la composizione dei pannelli che più vi aggrada, dal listellare al massello. A parità di costo, quindi, un arredo su misura è molto più conveniente.
Spero che, fra questo post e il suo relativo approfondimento, di avervi dato due nozioni in più per comprendere la composizione di un arredo, e rendervi più consapevoli al riguardo, per qualsiasi domanda o informazione aggiuntiva, sentitevi liberi di scrivermi.