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Indipendentemente dalle metrature disponibili, non tutti i clienti mi richiedono uno spazio riservato alla “zona-studio” o allo smart working. Perfetta dimostrazione che non esiste una casa prototipo, e che ognuna vada organizzata in base alle proprie necessità.

Personalmente la trovo estremamente necessaria e cerco di ricavarla in ogni posto in cui vivo. Immaginare di leggere documenti o scrivere piegata nel tavolino del soggiorno, sospesa su un tavolo snack o seduta al tavolo in cui si mangia… ecco, mi fa star male.

Seguiranno quindi un paio di suggerimenti sugli elementi indispensabili per ritagliarsi questo spazio: la luce e la scrivania.

L’illuminazione

Il fattore più importante è la sorgente di luce. Non sempre è possibile agire in completa libertà (mobili preesistenti, case in affitto, planimetrie non felicissime), però per non affaticare la vista e lavorare male, è sempre meglio cercare di fare il possibile.

photos by:  Lisa Fotio + Hristo Sahatchiev
esempi di illuminazione laterale

La migliore illuminazione è laterale, come spesso avrete sentito dire – e ancor meglio se proviene dal lato opposto della mano dominante, in modo da avere maggiore visibilità quando si scrive.

Questa disposizione è la più complicata, dal momento che con molta probabilità sarai disposto ortogonalmente al perimetro della stanza, rubando molto più spazio: lo suggerisco solo quando l’intera disposizione è armonica e non costringe nessun passaggio.

Se parte della luce finisce – in determinate ore della giornata – per colpire in modo accecante il piano o gli schermi, è necessaria una tenda, veneziana, brise soleil abbastanza filtrante. Se si è in zone calde (come sud Italia) suggerisco un minimo di distanziamento dalla finestra.

photos by: Lisa Fotios + EVG photos
esempi di illuminazione frontale

Andiamo alla luce diretta frontalmente. Non avere alcuna schermatura, quando la luminosità è buona, rende faticosissimo lavorare al computer. E questo vale per qualsiasi esposizione, anche quando la finestra è rivolta verso nord, quindi è d’obbligo avere una schermatura opaca (come sopra: tenda, brise soleil ecc.).

Il pregio di questa disposizione è che nelle giornate nuvolose potete aprire tutto e godere della vista esterna; quando non utilizzate il computer, ma leggete/scrivete, la scrivania sarà direttamente ben illuminata. Essendo aderente al muro perimetrale, una scrivania contro la finestra vi permetterà inoltre di gestire meglio gli spazi.

Photos by: picjumbo + Daan Stevens
esempi di illuminazione proveniente dalle spalle

Per ultima, luce proveniente dalle spalle, la peggiore a mio avviso. Forse di maggior effetto se la scrivania è al centro della stanza, o indispensabile se bisogna ricevere qualcuno – per non dargli le spalle – ma è la meno confortevole per chi lavora. Vi sarà un perenne riflesso sullo schermo del computer, e se si scrive o disegna, si avrà sempre la propria ombra.
Se proprio non ne potete fare a meno, potete adottare alcune strategie: spostarsi un minimo dalla fonte di luce, procurarsi una tenda/veneziana e, solo se lo spazio del locale non ne risente, potete frapporre delle librerie o dei separè che lascino passare un po’ di luce indiretta.

Lontani da una fonte di luce naturale? Dipende quanto si è lontani, di certo non è il caso ideale. Può essere utile per evitare fenomeni di abbagliamento, ma può essere frustrante doversi munire di lampada in pieno giorno per sopperire alla mancanza di luce adeguata – che non sarà mai bella quanto quella naturale.


Definire l’uso finale

Photo by: Ken Tomita + bongkarn thanyakij
due usi quotidiani differenti

Per scegliere le dimensioni corrette, non basta solo analizzare lo spazio disponibile. Per essere sicuri di un risultato soddisfacente in termini di comfort, bisogna capire quali saranno gli strumenti necessari che ingombreranno la scrivania.

L’uso sporadico di un accessorio (una reflex, uno scanner da tavolo, un tablet, album da disegno, una consolle ecc.) non deve incidere nella definizione della postazione. Cosa verrà utilizzato quotidianamente? Due schermi? Una tavoletta grafica? Solo un laptop e un taccuino?
Il resto può anche essere riposto, invece di occupare spazio e prendere polvere.


Dimensione della scrivania

Calcolate il minimo spazio necessario in base ai vostri accessori, al resto pensa l’ergonomia. Parliamo della profondità, spesso la più sottovalutata:

Photo by: bongkarn thanyakij
due profondità differenti, in base alle necessità

– dai 35 ai 55 cm
sempre più grandi catene come Ikea propongono queste mini scrivanie. E senza rendersene conto, molte persone installano scrivanie da 50 cm per camere di studenti. Di per sè non è sbagliato scegliere mini-scrivanie, se avete spazi piccoli: tutto dipende dallo scopo finale. Ho speso personalmente tante ore in una scrivania così, posizionata contro il muro, e non dimenticherò mai più i dolori alle ginocchia costrette a stare piegate per ore (e avevo 25 anni).
Misure così ridotte vanno bene per una scrivania in vacanza, per un bambino, per massimo due ore di permanenza con un libro o un notebook.

– 60 cm
la misura con cui, spazi della casa permettendo, non si sbaglia mai. Vi è un minimo di agio sul piano per laptop, o computer fissi, e spazio a sufficienza per le gambe. Direi che è il punto di partenza da tenere, da rendere più profondo solo in specifici casi (vedi sotto).

– sopra i 60 cm
È necessaria quando ad esempio si devono ricevere dei clienti, che siederanno dalla parte opposta. Una misura troppo esigua rischia di mettere a disagio chi è di fronte (come la prossemica suggerisce), oltre che dare un’idea di estrema economicità. È necessaria quando due persone lavorano una di fronte all’altra; quando si hanno strumenti ingombranti (come tavolette grafiche molto grandi da mettere fra tastiera e schermo) o ancora in base alla scelta del monitor: se è molto grande, da 27 pollici in su, o se sono due, una scrivania di 70 cm sarà sicuramente molto più confortevole di quella di 60 perchè permette una maggiore distanza visiva.

Quasi parallelamente – e poco meno importanti, a mio parere – vanno le lunghezze.

– fino ai 90 cm: come per le profondità ristrette, anche una larghezza contenuta è meno comoda, adatta ad usi temporanei e per pochi oggetti. Va bene per un laptop o per due libri, una lampada e non molto di più.
– dai 100 ai 120 cm: una scrivania contenuta, ma confortevole. Si ha spazio per il pc fisso (o laptop), un libro e una lampada. Non è troppo ingombrante, è spaziosa quanto basta.
– dai 120 in su: maggiore comfort, più spazio per scrivere, possibilità di aggiungere una parte chiusa lateralmente con cassetti (al di sotto dei 120 cm, sconsigliato), qualcosa su ruote eccetera.


Forma e materiali

un piano lavoro discontinuo e un piano rotondo

Mentre con i tavoli rettangolari non si sbaglia, bisogna fare attenzione sia con i tavoli sagomati (si è sicuri che quella data forma sia adatta ai propri movimenti e agli spazi disponibili?) che a quelli tondi. Quest’ultimi sono molto belli e risolvono spazi della casa che non prevedono la definizione di un passaggio netto. Sono perfetti per quelle zone in cui bisogna girare attorno senza bloccare il passaggio (vicino alla finestra e a un divano per esempio); hanno una resa estetica più leggera e dinamica. Ma è sconsigliato per ogni tipo di attrezzatura fissa e ingombrante che negherebbe questi pregi, quindi è utilizzabile perlopiù con documenti/libri e laptop (e i cavi saranno sempre ben visibili).

Quanto ai materiali, premesso che bisognerebbe sempre ragionare tenendo presente in primis l’ambiente intorno, vi sono pochi accorgimenti:
piani discontinui, come quelli formati da assi, sono un po’ scomodi se si disegna, o si scrive anche solo un po’. Creeranno sempre dislivelli da eliminare con numerosi fogli
i materiali grezzi come l’OSB (vedi il progetto del Workshop Desk) sono perfetti per un uso poco attento, per laboratori o ragazzi che procurerebbero macchie, tagli, graffi ecc. I difetti si “smarriscono” nella trama, ma sono materiali difficili da pulire e consigliati solo in questo caso.
i colori neutri e di cui non vi stanchereste facilmente sono da preferire per il piano lavoro. Ad esempio io non riuscirei a sostenere molte ore di lavoro su un piano scuro o grigio. Preferisco colori caldi e chiari.
piani metallici, in vetro o in marmo, sono molto belli, ma la sensazione di freddo sulla pelle può creare una sensazione di discomfort a lungo termine. Meglio quindi materiali plastici, lignei e derivati.


Infine l’ambiente intorno

La massima attenzione va sempre e comunque posta all’ambiente intorno, che bisogna sempre tenere a mente durante i ragionamenti di cui sopra.

Anche se la scrivania risulta essere perfetta, trovarsi nelle condizioni di bloccare dei movimenti o un passaggio reca stress. Dover spostare continuamente la scrivania perchè troppo grande rispetto allo spazio disponibile, anche. Una mancata armonia – inclusi materiali e colori – dell’ambiente nella sua interezza, si rifletterà sul nostro stato d’animo.

Una volta definite le priorità del nostro spazio di lavoro e uno schema dell’ambiente, possiamo muoverci in libertà definendo i dettagli e tutti gli aspetti che ne fanno parte.



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2 Commenti a “una zona studio in casa

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