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foto in copertina: scattata da me nel 2016, al Belvedere situato al 31esimo piano del grattacielo Pirelli. Il Pirellone è uno dei prinicpali lavori di Gio Ponti ed è stato restaurato dal 2003.


Abito a Milano da 7 anni e non ho ancora visto tutte le architetture cosiddette “degne di nota”, per non parlare delle volte che me le sono ritrovate sotto il naso – scoprendo solo a posteriori che erano frutto delle menti dei migliori architetti.
Perdonate la frase fatta, ma Milano è veramente un mondo da scoprire. Si può realmente dire che – al pari di altre capitali europee – sul suo suolo urbano si siano confrontati anni di pensiero, di ricerca e di sperimentazione architettonica. La rete di edifici, di spazi da scoprire è così fitta che spesso piccoli gioiellini passano del tutto inosservati.

un assaggio

Ho fatto un piccolo esercizio personale per comprendere la capacità di attrazione che ha avuto Milano all’interno del panorama contemporaneo. Ecco la lista dei principali architetti dell’ultimo secolo che ho scovato nel costruito di questa città:

Italo Rota, Vico Magistretti, Luigi Caccia Dominioni, Gio Ponti, Kenzo Tange, Zaha Hadid, Piero Bottoni, Aldo Rossi, OMA – Rem Koolhaas, SANAA, Piero Portaluppi, BBPR, Bob Noorda, Franco Albini, Franca Helg, Giovanni Muzio, Foster & Partners, Angelo Mangiarotti, Mario Botta, Daniel Libeskind, Luigi Figini, Gino Pollini, Gae Aulenti, Ignazio Gardella, David Chipperfield, Arata Isozaki, Cino Zucchi, Grafton Architects, Renzo Piano, Tadao Ando, Archea Associati, Carlo Aymonino, Massimiliano Fuksas, Pelli Clarke Pelli Architects, Vittorio Gregotti, Achille Castiglioni, Marco Zanuso, Piuarch, Umberto Riva, Ico Parisi, Michele De Lucchi, Oscar Niemeyer, Pietro Lingeri, Herzog&deMeuron, Giuseppe Terragni…

E sicuramente ho dimenticato qualcuno. Non si può negare l’apporto culturale e la voglia di confrontarsi in ambito internazionale che la caratterizza. Provengo da Palermo, città bellissima e altrettanto stratificata ma che dall’età contemporanea ha rallentato il proprio rinnovamento e la voglia di confrontarsi col mondo.

Quindi!

Nonostante gli itinerari di architettura organizzati da guide turistiche, eventi cittadini come Open House o corsi di aggiornamento gestiti dagli ordini professionali, ho sentito a un certo punto la necessità di farmi accompagnare da un volume di testo. Ne cercavo uno onnicomprensivo, ma al momento non ne ho trovato uno che mi soddisfacesse in toto. Per cui vi condivido la mia selezione, trovati rovistando fra biblioteche e librerie, ognuno dei quali aggiunge un pezzetto di storia e di spiegazione a questa città così tanto variegata.

Milano contemporanea

La serie Biraghi

Al 99% vi imbatterete in un libro che ospiterà Marco Biraghi fra gli autori. Ho trovato tantissime riedizioni, o volumi molto simili firmati di sua mano. Ho una preferenza per “Milano, l’Architettura dal 1945 a oggi” ma in generale trovo i suoi libri-cataloghi ben fatti e di facile consultazione. A volte procede selezionando delle architetture per decadi, altre volte per zone – in ogni caso agli edifici selezionati è dedicata una scheda di 1/2 pagine corredata di foto principale, qualche pianta-disegno e un testo esplicativo. Sicuramente è uno dei più appassionati e informati della Milano-contemporanea.

altri testi per l’architettura contemporanea

Ho una minore preferenza per il volume di Sebastiano Brandolini “Milano, Nuova Architettura”. I motivi sono due, molto collegati fra loro: non amo molto l’introduzione di render (elaborati fotorealistici) che spieghino un progetto costruito, specie quando la grafica utilizzata è invecchiata male; e in molti casi, quel progetto non è mai stato neanche più realizzato o non realizzato in quel modo. Sarebbe più interessante allora fare una raccolta del non-costruito a Milano (dato che ho scorto progetti persino di Gonçalo Byrne!) ma sarebbe un volume del tutto diverso.
Ciò nonostante questo testo ha il pregio di dedicare più di due paginette ad architettura approfondendola un po’ di più, includendo più foto e molti renders. Dando maggior spazio ai singoli, ovviamente c’è una selezione maggiore – ma vi sono chicche che la serie Biraghi non ha trattato.

Trovo molto interessante il volume “Milano, Architettura e paesaggio 1920-2016″ con disegni di Pietro Ricca e testi di Alessandra Testa ed Eleonora. Zorzi. Innanzitutto il percorso inizia un po’ prima dei volumi sopra citati, ovvero già dagli anni 20 piuttosto che dal dopoguerra. Vi è anche un maggiore approfondimento del contesto e al posto delle foto, le architetture sono illustrate tramite disegni-schizzi a matita. Una chicca piacevolissima. Il focus è puntato, piuttosto che sulla Milano contemporanea, sul periodo fra le due guerre, con le sue architetture monumentali, moderne e fasciste. Utilissimo, e complementare ai volumi di sopra.

Milano storica

Sull’architettura storica di Milano (quindi parliamo fino ai primi del 1900) ho visto o trovato poco. Ho escluso i volumi fotografici, monografici, periodi circoscritti (es. la Milano gotica) e le guide turistiche che abbracciano più temi e non si focalizzano sull’architettura. Tornerò a fare una ricerca, ma nel frattempo vi inoltro un paio di miei risultati.

Andiamo al primo volume, “Guida di Milano Architettura” edito da Allemandi & C. Trovo molto utile la ricostruzione della città suddivisa per epoche, seguita dalle schede dei principali monumenti ancora esistenti. Chiarissimo. Il novecento è accennato e vi è molta selezione, ma l’impostazione del volume è ottima e al momento è il più completo che ho trovato.

Volume nr. 2: “La città nella storia d’Italia: Milano – di Lucio Gambi e Cristina Gozzoli”. All’Universitá ho fatto incetta dei libri Laterza di questa collana. Li sfogliavamo, spulciavamo, sottolineavamo. Era quasi un peccato doversi allontanare dagli episodi di una certa cittá per doversi buttare a capofitto su un’altra. Erano come romanzi, piacevolissimi. Quindi, cosa meglio di un Laterza per comprendere Milano, mia nuova residenza?
In questo caso ho avuto purtroppo una piccola delusione. Approfondisce maggiormente la storia cartografica di Milano, non della città. Bisogna infatti dirlo: il volume si spreme nello scovare ogni traccia iconografica mai apparsa, dall’olio su tela alle carte militari. Se questo vi interessa, non potete trovare di meglio. Eventi storici e personaggi vengono accennati; realtá urbanistiche riportate solo in funzione delle rappresentazioni planimetriche. Non metto in dubbio che il volume abbia richiesto grandi conoscenze, studi, ricerche. Personalmente però, sento la necessità di trovare un altro libro per comprendere lo sviluppo urbano di Milano.

chiusura!

Finora questa è la migliore selezione che posso darvi per approfondire come si deve la storia urbanistico-architettonica di Milano, e sono sicurissima che vi saranno altri volumi altrettanto validi che non ho avuto occasione di vedere. Che dire se non: sono iper aperta ai vostri suggerimenti e consigli?
Grazie per aver letto sino a qua!

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