Sarà che preparata non lo ero per niente, e vorrei rivolgermi proprio a persone come me.
Abbiamo prenotato l’intero viaggio grazie a un’agenzia online, con un pacchetto che era conveniente economicamente e soprattutto non avevo testa e tempo per informarmi e organizzare come si deve. Sono partita all’asciutto e ad accompagnarmi c’erano soltanto gli stereotipi: sole, persone dal fisico “caliente”, musica e ballo, drink, barche e mare caraibico, case coloniali e colorate attorniate da Cadillac anni ‘50.
C’è tutto, ma questo è l’1%, purtroppo solo la parte più bella.
Soundtrack
Mettete su Chan Chan dei Buena Vista Social Club, e di Celia Cruz queste: Guantanamera, Oye Còmo va, Quimbara e La Vida es un Carnaval (le conoscete tutte, ne sono sicura). Se volete qualcosa di più moderno ed è nelle vostre corde, Camila Cabello con Havana.
Qui la Playlist se volete farla partire mentre leggete. Si parte!
Vita Cubana
Obbligatorio farvi un ritratto della vita cubana per sommi capi. Se siete grandi conoscitori della sua cultura o molto informati grazie a documentari and co. tutto vi risulterà abbastanza scontato.
Il popolo cubano vive una vita davvero dura ed è molto povero. Esiste un solo partito, quello comunista (esistono comunque delle elezioni), che cerca di attuare politiche comunitarie, figlie di grandi ideali per soddisfare i bisogni primari di ogni cittadino. In realtà l’embargo e lo scarso potere economico del paese causano una vita di forti privazioni, dove qualsiasi bene scarseggia ed è tutto troppo caro per le possibilità del singolo.
La statalizzazione
La maggior parte delle attività è statalizzata, e i dipendenti ricevono una paga media di 30 € al mese: dalle guide turistiche, a persino medici, avvocati, insegnanti, staff dell’aeroporto, e cosí via… pochissime persone possono avviare un’attività privata.
Negli ultimi anni il covid ha ulteriormente esasperato la situazione economica, venendo a mancare l’apporto fondamentale del turismo, e l’inflazione è stata pesantissima, causando rincari fino a dieci volte.
Si penserebbe che paghe basse = costo vita basso, ma in realtà è quasi tutto al di sopra delle loro possibilità: scarseggia il bestiame da allevamento, e per sopprimere un animale bisogna ottenerne l’ok dal governo – pena persino il carcere; scarseggiano i cavalli; scarseggiano i prodotti coltivati perché sebbene i terreni siano molto fertili, i cittadini si rifiutano di coltivare; scarseggia ogni tipo di prodotto da supermercato perché viene importato pochissimo; scarseggiano le auto, per cui una macchina anni ‘80 iper usata gli costa 20.000 € (ricordo lo stipendio medio da 30€ al mese); scarseggia il carburante e molti mezzi pubblici devono saltare corse; scarseggiano i farmaci e un paracetamolo costa quasi quanto da noi, 3€; scarseggiano persino i contanti in banca e ogni tanto gli atm finiscono di erogare contante (com’è successo a noi); scarseggiano elettrodomestici; scarseggiano prodotti di ogni tipo nei pochi supermercati presenti; servizi come quelli turistici costano quanto quelli europei, e una stanza in hotel per i cubani (non ho mica capito perchè) costa ancora di più che per lo straniero. E così via.
Anche acquistare una casa ha costi molto al di sopra delle loro possibilità – anche se in proporzione meno cara di un’auto: un bilocale all’Havana che cade a pezzi costa 50.000 €.
A proposito infatti, l’architettura locale sebbene molto molto affascinante purtroppo è davvero tanto fatiscente, da stringere il cuore. Non ci sono soldi per farne manutenzione o migliorarle, sono davvero degradate e ogni tanto qualche costruzione crolla. In certi tratti sembra di trovarsi in degli slum o nelle favelas.
Anche l’aria pesante non aiuta nella percezione positiva delle città: il caldo contribuirà, c’è sempre un mix di cattivi odori che va dal fognario al puzzo di benzina.
Le attività private
Nel degrado urbano emergono bar, hotel e ristoranti che risultano un po’ più curati. Sono infatti fra i pochi che possono avviare un’attività privata e a volte persino le strade in cui sono collocati ne risentono positivamente (vedi l’iper turistica Varadero). Stanno nascendo ultimamente anche degli hotel co-finanziati da aziende straniere come la spagnola Iberostar.
Un altro tipo di attività privata concessa è l’importazione e la rivendita di prodotti – per chi ha la possibilità economica di fare almeno un viaggio all’anno fuori dall’isola – per cui devi già essere un minimo agiato. Infatti ogni anno un cubano ha diritto di importare legalmente fino a 120 kg di prodotti di ogni tipo. Questo mercato parallelo sopperisce alle forze dello Stato che molto spesso non riesce nemmeno a riempire gli scaffali dei pochissimi supermercati/farmacie/store presenti. Parallelamente corre sempre il mercato nero.
Nei centri storici/turistici moltissimi cubani vivono di turismo e oltre alla paga statale grazie alle mance possono permettersi uno stile di vita migliore. La nostra guida turistica da controllore all’aeroporto (30€/mese) ha cambiato mestiere proprio perché grazie alle mance può guadagnare anche 10 volte tanto. È illegale improvvisarsi guida turistica, bisogna lavorare per aziende statali, ma è permesso accettare mance per sè.
Oltre a ristoratori, autisti, camerieri, facchini, baristi, cuochi, negozianti di souvenir, domestiche ecc., c’è chi vive scambiando in nero dollari/euro in pesos (legalmente o meno), chi fa da promoter e “buttadentro” di locali, chi si improvvisa tassista…
Infine la stragrande maggioranza bivacca e chiede elemosina in diversissimi modi, puntando ad attaccar bottone col turista. A volte vanno dritti al punto: chiedono saponi, vestiti, cibo o qualcosa che avete addosso. In tantissimi parlano italiano e se si è senza guida si è fermati davvero ogni tre passi, specie appunto nelle zone turistiche. Molti cercano anche il contatto fisico o sono insistenti quindi può essere complicato per chi ha una mentalità differente.
Non siamo stati in pericolo, nè abbiamo avuto disagi, però sempre meglio stare attenti.
Come avrete capito la mancia è non solo una questione di educazione ed etichetta locale, ma anche una grande fonte di sostentamento per la popolazione. Nel budget dovrete tenerne conto, anche se è impossibile accontentare tutti. La guida che avevo io – la cara National Geographic – suggerisce comunque di darla solo a seguito di un buon servizio e non indistintamente.
In tema di elemosina, anche dare oggetti personali a tutti quelli che lo richiedono è difficile, anche perchè alcuni insistono ad avere sempre di più. Vi riporto adesso due consigli totalmente differenti che ho ricevuto:
- c’è chi consiglia di partire preparati con qualche vestito, giocattolo, matite colorate da regalare; fate del bene in maniera diretta e sicura a chi effettivamente ne ha bisogno. Anche Geo consiglia soprattutto materiale scolastico per i ragazzi
- Laura, ligure che ho incontrato in viaggio, ci ha consigliato invece tutt’altro: per alcuni medici senza frontiere è meglio non fomentare l’accattonaggio, perchè è deleterio per la popolazione. Meglio dare mance a chi fa attività utili come suonare o comprare souvenir incentivandoli verso un approccio positivo e costruttivo.
Detto ciò, come anticipato inizialmente queste condizioni di povertà, non sono relegate a porzioni di città, ma si tratta di una condizione generale. È rarissimo vedere negozi per come siamo abituati noi, così come non bisogna dare per scontato nessun tipo di servizio. È davvero davvero raro incontrare gente del posto abbiente, così come è difficile per loro fare “fortuna”. La guida ci riferiva che uno dei modi è avere un parente all’estero che manda dei soldi.
In campagna/piccoli centri il degrado è meno “hard”, possono esserci anche delle modeste ma curate villette, e si ha sentore di una vita più semplice. Si scorgono tuttavia animali che pascolano magrissimi, scheletrici; le strade sono dissestate e quasi deserte (ci sono pochissimi mezzi in giro); l’autostrada raramente ha luci o sistemi organizzati per il soccorso, e per un aiuto possono occorrere ore. Pompe di benzina viste tre in tutto il viaggio. In autostrada è possibile trovare biciclette, calessi, moto, motorette, tantissime persone in attesa di autobus, o a chiedere l’autostop … di tutto e di più.
Il bello di Cuba
Iniziamo a parlare delle note positive per riprenderci un po’.
Lo stato ambisce a poter aiutare tutti, infatti anche la sanità è pubblica anche se riesce a far poco – nonostante abbia davvero dei bravissimi medici richiesti in tutto il mondo; garantisce l’istruzione a tutti, corsi scolastici con orari prolungati e mensa per tutti i bambini che hanno entrambi genitori lavoratori; garantisce un prezzo molto calmierato per una data quantità di cibo al mese; paga le divise per gli scolari e di diverse categorie di lavoratori (ad esempio i muratori sono tutti in coordinato, tuta blu); in tempi migliori pagava il viaggio di nozze alle coppie impiegate in aziende statali o delle feste ad es. diciottesimi, adesso purtroppo vi è meno budget. Tutti comunque tendono ad aiutarsi fra loro per non lasciare nessuno indietro, e come da stereotipo nonostante le difficoltà, sono un popolo allegro, socievole e gentile, e saranno sempre disposti ad aiutare anche il turista.
Fra chi lavora in proprio ci sono anche i musicisti e ce ne sono tanti. Si trova musica ovunque, soprattutto nei locali di ristorazione e nei bar, ma qualcosa troverete anche per strada; mette moltissima allegria e gioia di vivere. Ballo (come professione) visto poco, cubani ballare un bel po’! Oltre alla musica tradizionale, sta prendendo piede il raggaeton.
Il clima è davvero piacevole durante tutto l’anno. Il paesaggio è stupendo… Ma ci arriveremo, queste ultime cose sono la parte più bella e meritano un approfondimento a parte!
Pianificare il viaggio
Cuba è davvero estesa, e se state una settimana/10 giorni è meglio fare una regione ben precisa e non un giro completo. I trasporti via terra sono costituiti da taxi/bus/pullmann e le distanze si sentono, eccome.
Una guida comunque sarà il vostro migliore investimento. Oltre ai suoi meriti consolidati – conoscer posti, informazioni ecc. – è una fonte di sicurezza personale sempre; come avete capito il contesto è davvero poco servito e con servizi limitatissimi. Onestamente non vi consiglierei il fai da te. Dulcis in fundo è un preziosissimo investimento se si vuole fare del bene a questa cultura.
Per le ragioni di cui sopra, e per gli ospedali che non sono attrezzati a dovere, mi raccomando una buona polizza.
Per quanto riguarda l’alloggio: il cinque stelle cubano non è il nostro cinque stelle, ma un tre stelle “per cui ringraziare se non si stacca la luce” (parole del nostro tour operator). Era stato drammatico, però se siete esigenti non risparmiate, specialmente noi italiani che ammetto siamo un poco difficili. Magari superficialmente appaiono scenografici, ma anche se 5 stelle possono avere diversi oggetti rotti o mal riparati, servizi non funzionanti, phon mancanti, prese difettose, tovaglie o saponi mancanti, pulizia non profonda delle camere e lenzuola con macchie (non sporche per fortuna), mense non al top. È così, non è la fine del mondo ma bene saperlo, vi godrete lo stesso il viaggio!
Se volete fare un’esperienza più immersiva vi consiglio le Casas Particulares: ne abbiamo visto solo una a Trinidad che era splendente come un gioiello; non so a livello di servizi cosa offrisse ma era molto bella architettonicamente e pulitissima, ammobiliata con arredi d’epoca. Si tratta di case di cittadini cubani, a cui lo stato permette di farne un b&b/alloggio per turisti. Costa meno degli hotel, avrà probabilmente servizi in meno (non saprei dirvi circa acqua calda ed energia elettrica) per cui vi consiglio di comprendere bene tutte le info prima di partire.
Periodo: la loro estate è molto molto umida e piovosa, ma luglio-agosto è il periodo migliore per un sole caldo, quindi per una spiaggia da cartolina. Gli inverni sono la stagione secca, da 25 a 30 gradi di giorno, tanto da esser sfruttati da europei, russi e canadesi per “svernare”. Tuttavia può capitare abbastanza spesso un crollo delle temperature a 10 gradi dopo tre giorni di pioggia o qualche giorno di nuvolo e mare mosso.
In valigia portatevi tutto: prodotti per igiene personale, phon, farmaci (antidolorifici, qualcosa per stomaco/diarrea, termometro, antistaminici), carica batterie ecc. come se doveste andare in un’isola deserta. Non ci siamo mai imbattuti nè all’Havana nè a Trinidad in un supermercato o store per come lo conosciamo noi, solo in mercati di verdure, frutta e ortaggi, souvenir e rivendite di qualche oggetto usato da parte di privati. A proposito: anche la sim va ordinata prima, online. Non abbiamo mai visto un servizio wifi per i clienti o il cittadino; gli hotel ce l’hanno ma la copertura non è sempre ottimale.
La valuta
Abbiamo provato a ritirare i pesos cubani, CUP, allo scalo di Madrid. Ma lì il money-exchange ci ha riferito che nessuno ti cambia la moneta cubana se non a Cuba. Arrivati all’aeroporto dell’Havana, forse era tardi o storditi noi, ma dopo la dogana non abbiamo incrociato nessun atm o sportello di cambio. “Ritireremo in città”, pensavamo. Avevamo solo 70 €, ma credevamo fossero più che sufficienti non so per quanti giorni, sapendo l’euro molto forte rispetto il CUP. Peccato che diversi servizi non essenziali, come anticipato prima, hanno costi più alti che in molti altri paesi europei. Per cui bastavano a fare un viaggio a/r in taxi e basta!
Scoperto il nostro reale potere d’acquisto, avevamo l’ansia di trovare subito dove ritirare e non trovavamo un atm funzionante, le banche erano chiuse e anche quando qualche atm funzionava improvvisamente si bloccava non erogando più moneta. Dopo qualche oretta e una coda di un’ora siamo riusciti ma è un’ansia che non auguro a nessuno. Con la guida non sarebbe successo!
Se ve lo stavate chiedendo: no non hanno POS, quasi nessun servizio ce l’ha.
Se ve lo stavate chiedendo2: sì accettano l’euro più volentieri del pesos; il cittadino cubano può comperare in certi store solo con una carta ricaricabile che accetta dollari o euro, e non pesos (allucinante). In certi posti manco accettano pesos… Folle a pensarci. Dimenticavo: i pesos cubani rimanenti nessuno ve li compra/scambia nella vostra moneta.
Curiosità sul cambio: l’euro vale 260 pesos, ma in banca / centri autorizzati per ogni euro ti danno 120 pesos – ci sono commissioni iper alte, sì. Solo il mercato nero applica il cambio a 250 ma il rischio di ricevere banconote false è molto alto. Fra gli esercenti vedrete applicare un tasso di cambio a 120 o 250 un po’ molto arbitrariamente.
Per cui, tirando le somme: portatevi tanti contanti in pezzi da 1, 2, 5, 10, 20 €, immaginando un costo della vita simile a quello europeo – al massimo i ristoranti meno cari – e tenendo conto di un bel po’ di mance e siete a posto.
La seconda moneta, il CUC grazie al cielo è stato ritirato. Direi che è già abbastanza complicato così.
Il nostro giro
Abbiamo visitato l’Havana, il parco nazionale di Guamà con l’allevamento di coccodrilli, Trinidad, un bagno a Playa Ancon (dove era l’hotel), Cienfuegos, Varadero.
Havana
I locals consigliano di girare l’Habana Vieja, ovvero il centro storico che è anche Patrimonio Unesco. In quanto zona turistica, preparatevi a essere fermati spesso dai locals.
Senza grandi soste in musei, in una giornata piena riuscite a vederla e fermarvi nelle piazze o pub più importanti. Noi siamo anche tornati più volte in alcuni punti e fatto soste in bar/ristoranti.
Vi sono diversissimi stili architettonici, tanto eclettismo e creatività, e diversi edifici storici risalenti addirittura al 1700, che per il continente americano non è poi così scontato. Come anticipato nella premessa è tutto molto fatiscente e solo pochi palazzi sono restaurati e in buono stato. Diversi scorci comunque vi rimarranno impressi nella mente perché davvero caratteristici e “un salto nel tempo”. Bodeguita del Medio e Floridita sono pub storici, poi riproposti anche in altre città.
La Cattedrale purtroppo era chiusa, ma il giro nella piazza merita, la sua facciata è davvero stupenda.
Abbiamo passato parecchio tempo nella Plaza de Armas (sempre nell’Habana Vieja) e al Parque Central – sul confine del centro storico. Quest’ultima una piazza davvero particolare perché è molto estesa, quasi da sembrare americana, al confine col Capitolio e circondata da hotel storici di buon livello, in buono stato, con bar che hanno anche musica dal vivo. Il Capitolio è un edificio governativo ispirato al Campidoglio di Washington, vedi sotto. Troverete tantissimi tassisti in macchine anni 80 o meglio ancora in Cadillac. Al ritorno abbiamo scelto proprio una di queste come taxi per tornare in hotel, esperienza particolarissima da fare!
Ci siamo poi allontanati leggermente dal centro storico, percorrendo il viale Paseo de Josè Martì che porta al lungo mare – il Malecon; una delle passeggiate più carine, perché il Paseo è una via alberata piena di ragazzi che giocano e di artisti che espongono loro opere in vendita. Il panorama del lungomare è davvero bello – anche se con i suoi prospetti fatiscenti.
Siamo poi tornati per vie interne verso la zona del Capitolio, per cercare di conoscere un poco di Centro Habana. Il paesaggio è simile all’Havana Vieja senza la presenza di edifici storici-monumentali, senza bar-ristoranti turistici. In quanto domenica le attività erano chiuse, quindi non ha aiutato a rafforzarne il fascino; regna il decadimento anche qui, e anche se non vedrete turisti, in questo quartiere nessuno ci ha disturbato, anche solo per chiederci qualcosa.
Non siamo arrivati a vedere la zona Plaza de la Revolution e Vedado, ma organizzandoci meglio (senza il patema ritiro soldi) o con un giorno aggiuntivo saremmo riusciti. A proposito ci hanno consigliato un giro con il bus turistico, molto più conveniente del taxi e permette di vedere parte di queste due zone.
Il nostro hotel era ancora più a ovest di Vedado, abbastanza lontano, nel Miramar. Abbiamo intuito che queste ultime zone fossero molto residenziali e fra le più benestanti dell’Havana. Vi sono diverse ambasciate e la famosa “Avenida de los Presidentes” ha diverse sedi istituzionali.
Argomento pub e spettacoli: purtroppo siamo rimasti a digiuno al riguardo, e ci dispiace moltissimo. Per problemi di ritiro contanti e non riuscendo a gestirci bene con i taxi, abbiamo visto il Buena Vista Social Club solo nel pomeriggio e non il relativo concerto alla sera, peccato. Organizzatevi bene che ne varrà la pena: lo spettacolo inizia alle 21.30 e ti servono anche cena e 3 drink con 60€. Consigliano anche il Tropicana, con spettacoli anche di danza – ma necessario prenotare molto prima. Fate attenzione all’organizzazione, le strade non sono ben illuminate la sera.
Boca de Guama
Di strada per Trinidad ci siamo fermati in uno dei posti più caratteristici del Parque Nacional Ciènaga de Zapata: un parco naturale con allevamento di coccodrilli e la ricostruzione di un villaggio aborigeno. Non abbiamo potuto vedere quest’ultimo perchè il traghetto per raggiungerlo aveva problemi di rifornimento del carburante; peccato più nelle mie corde sicuramente dei coccordrilli. Anche se abbiamo visto metà delle attrattive, il paesaggio naturale merita.
Trinidad
La mia visita preferita. La città è molto più contenuta dell’Havana, e anche se la popolazione mendica anche qui e alcuni sono anche più aggressivi, in linea generale si assiste a una realtà poco più rurale, meno affollata e con un po’ più di decoro. Secondo molti cubani stessi è Trinidad la vera Cuba.
Patrimonio Unesco anche lei, le strade sono acciottolate, l’architettura è tipicamente coloniale, coloratissima, ferma al 1800 e sembra di essere sul set di un film di pirati. Tantissimi scorci piacevoli.
In più è molto presente l’artigianato e ci sono pezzi che val la pena di acquistare, come ceramiche, dipinti, vestiti, sigari, oggetti in legno o pelle. Fra le cose abbiamo comprato anche un domino con tessere numerate fino a 9 – la famosa “variante cubana”, infatti vanno pazzi per questo gioco. Vanno pazzi anche per il baseball, quindi troverete mazze e palle da gioco artigianali!
C’è anche un pub specializzato nella preparazione della Canchanchara (vedi sezione cibo) e tanti posti con musica dal vivo. Sicuramente il fatto che ci fosse la guida a questo punto è stato fondamentale, diversi posti come il caffè con le banconote di tutto il mondo a parete (vedi fra le foto sopra) non l’avremmo mai notato.
Cienfuegos
Cienfuegos è la versione occidentalizzata di una cittadina cubana. Fondata nel 1819, gli edifici sono stati realizzati infatti in epoca molto più recente rispetto all’Havana e Trinidad, e in effetti si presenta in migliori condizioni rispetto alle due anche se meno “suggestiva”. La guida ci ha riferito che molti italiani vengono ad invecchiare proprio qui, magari sposando anche una cubana.
Ci sono delle vie per il passeggio che si ispirano al concetto di boulevard e rambla: pedonali con al centro delle piante e panchine, e su entrambi lati delle attività commerciali. Attività sempre molto limitate nelle loro possibilità, come vi dicevo, con pochissimi prodotti e cari per il loro tenore di vita.
Vi consiglio tantissimo il lungo mare, lo storico Teatro Tomas Terry che si trova nella piazza principale – diverso rispetto ai nostri, particolare e bello – e il caffè Palatino che si trova proprio di fronte (molto bello e abbiamo preso dei cocktail buonissimi).
Varadero
Ultima tappa del pacchetto: pausa mare a Varadero. L’alternativa era Cayo Santa Maria, meno inflazionata ma molto più lontana; già Varadero dista 3 orette dall’Havana.
Avevamo già fatto un primo tuffo a sud, a Playa Ancon nel mar dei Caraibi: ma surprise, nonostante il mare caraibico ha la fama di essere il più bello, in realtà quello più cristallino e con spiagge bianchissime si trova a nord, nell’Atlantico – dove appunto si trova Varadero.
Purtroppo è turistica, ma tanto: il viale principale del paese/cittadina è disseminato di padiglioni dall’estetica filo-americana – con pub, ristoranti ecc.; gli spazi dedicati all’artigianato – anche se già più modesti – hanno souvenir sempre tutti uguali, fatti con lo stampino e meno belli. A parte una copia ben riuscita della Bodeguita del Medio dove abbiamo gustato un buon Mojito, la sensazione è di essere in un posto privo di anima, realizzato ad hoc per turisti. Unica nota positiva rispetto a questo risvolto, è che le strade sono fra le più curate che abbiamo mai incontrato, tutte ben illuminate (cosa rara), segno che per loro questa location è una buona fonte di guadagno, importante per il paese.
Dalla cittadina si prosegue verso una lingua di terra dove si susseguono uno dietro l’altro tanti hotel da 4 o 5 stelle che utilizzano la formula “all inclusive”. Come si intuisce, quasi ogni attività all’interno del resort è inclusa nel pacchetto che avete pagato, come ad esempio tutti i pasti. Dato che si è lontani da tutto, a ridosso del mare, la vacanza che si delinea a quel punto è puro riposo e soggiorno sempre dentro l’hotel, stop. Ci sono tantissimi canadesi che passano qui tutte le loro vacanze, anche 10-14 giorni di fila.
La nostra struttura – sempre cinque stelle – era carina, anche più curata delle precedenti, ma il cibo non era il massimo; penso che l’hotel abbia curato poco questo aspetto, mangiare fuori era molto meglio.
Fortunatamente la spiaggia è bellissima, così come il mare (anche se poco cristallino causa vento) quindi siamo stati ben contenti di essere stati lì nonostante tutto. Anche se alta stagione (non proprio al picco ma quasi) non abbiamo sentito l’alito e l’affollamento che caratterizza le nostre spiagge nel periodo clou.
Il cibo
Una delle mie parti preferite dei viaggi è proprio questa, e anche in questo caso è stata un’esperienza particolare. La cucina cubana come potrete immaginare dalla carenza di risorse, non è molto “ricca” o complessa. Eppure nella sua semplicità, l’ho apprezzata perchè molto salutare e digeribile, in viaggio e col caldo non guasta mai. Quando possibile ho evitato elementi crudi, e non sono mai stata male.
Anche se la guida citava tanti piatti tipici che non abbiamo incontrato quasi mai, quasi sempre ci veniva servito:
- un antipasto di insalata cruda con cetrioli, insalata, carote
- una piccola zuppa con pezzi di verdure o carne
- pane con burro
- un piatto unico con riso in bianco, proteine (fritti o grigliati: pollo, pesce, maiale) e insalata di contorno
- un dolce di riso al latte con spolverata di cannella
- acqua o un succo di frutta (mango o un frutto tipico che sembra melone giallo)
Abbiamo provato anche il platano (la loro banana, che ha tante varietà e tanti gusti, a volte simile alla patata), la yucca (una radice molto dolce e molto simile alla patata), la zucca (come quella nostrana, presente in gran quantità). Unico piatto particolare provato è stato la “ropa vieja”, fatto da straccetti di carne, una salsa, riso e contorno.
Menzione importantissima ai cocktail: non sono per niente una grande bevitrice e infatti non avevo mai colto che tutti quelli che nominerò sono stati inventati a Cuba. Protagonista indiscusso è il Rum, la cui qualità mi dicono essere altissima.
- Cuba Libre
- Cubata – simile al precedente
- Mojito – si dice che sia stato inventato nella famosa Bodeguita del Medio dell’Havana
- Daiquiri
- Ron Collins (simile al Daiquiri)
- Piña Colada
- Canchanchara – quest’ultimo poco conosciuto da noi, ma molto dolce e buono; bevuto in un tipico vasetto in terracotta con l’aggiunta del miele. Da provare
Anche loro fanno parte dell’esperienza!
conclusioni e saluti!
Il giro all’Havana il primo giorno come avrete capito è stato un duro colpo: è stato il primo approccio con questa realtà e non ne eravamo preparati. Anche ripensandoci a posteriori, posso dirvi che dal mio punto di vista il degrado cittadino appare più grave/triste rispetto alla vita rurale o di piccoli centri, per quanto povera possa essere. Forse perché comunque nel piccolo centro il singolo riesce comunque a dare un senso decoroso alla propria abitazione, anche con poco, mentre per una città grande come l’Havana il singolo con le risorse che ha può fare ben poco. Per avere un paesaggio dignitoso nelle grandi città servirà un impegno politico, un piano urbanistico.
Detto ciò, è un viaggio che consiglio e per cui vi dico assolutamente di andare. L’unico consiglio che mi sento di dare, visto che ci sono passata, è di andare un minimo preparati e di non pensare che sia solo divertimento & leggerezza. I paesaggi e le persone del posto vi faranno riflettere molto, ci sarà tanto da imparare e oltre al dolce ci sarà sempre una sensazione di amaro ad accompagnarvi.
ps. tutti gli scatti sono stati fatti da me, non sono necessari altri credits!