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State vagliando il saggio fuori dagli schemi che vi piacerebbe comprare / dovete fare un regalo all’amico architetto / l’amico architetto siete voi / non lo siete ma avete una passione nascosta / siete studenti in cerca di ispirazione…

Qualsiasi sia fra questi il motivo per cui state leggendo queste righe, sì siete nel posto giusto.
Di libri di architettura ne ho letti un bel po’. I primi volumi sono stati una sorta di battesimo obbligato dai docenti accademici, poi un testo ne ha tirato fuori un altro, le biblioteche di architettura erano sempre più appetibili e oggi non riesco a farne a meno – tengono viva la passione.
Certo, è possibile reperire informazioni simili anche da internet… eppure il libro ha ancora il merito di rendere più intensa l’esperienza. E staccare gli occhi dal pc.

Quindi, dividiamo un po’ per categoria:

i meglio di no

Sì, anche se non si sta parlando di ricette – dove chiunque ha diritto a dire la sua, anche se sono libri specialistici e di nicchia, in realtà il rischio di comprare un libro inutile è alto. Molto alto.
O meglio: sono molto selettiva, e mal digerisco il 90% della produzione dei libri del settore, che reputo aria fritta. Concedetemi un po’ di sano snobismo in questo senso.

Primi fra tutti: le Compilation.
L’80% dei libri presenti nelle librerie. Volumi – anche tanto appetibili, moderni, lucidi, ben rivestiti – che raccolgono diversi progetti all’apparenza tutti bellissimi. Una Playlist: invece di comprare The Wall dei Pink Floyd, state comprando un Hit Mania Dance Qualcosa con le Las Ketchup dentro.
È davvero difficile trovare raccolte esigenti, ragionate, non guidate da interessi e che rispecchiano anche le vostre aspettative.
Posso perdonare la scelta di una Compilation solo in casi di interesse superficiale consapevole (sognare a occhi aperti le case sull’albero, fermare il piede del tavolo, far arredo) o per commesse particolari, per cui guardare un maxi-raccoglitore del tema (tipo Tutte le Cabine Telefoniche del Mondo) può magari regalare quell’idea inaspettata. Di necessità virtù.

esempio di un libro compilation

Al secondo posto: non ho i soldi per le fonti iconografiche.
Escludendo le Storie dell’Architettura, che trattano architetture iconiche per cui basta appoggiarsi a internet, mi chiedo che utilità abbiano tante monografie (non saggi attenzione) con 10 immagini, 2 piante e 300 pagine di testo – di cui 100 di bibliografia [alla modica cifra di 50 €].
Uno degli architetti vittima di questo fenomeno, sembra essere Carlo Scarpa [vi prego, segnalatemi un BEL libro su di lui]. Sicuramente è segno che materiale sul suo conto ve ne sia in giro veramente poco, eppure non è nemmeno così: perchè fotografie su Palazzo Steri + Tomba Brion + Castelvecchio / giusto per buttarne tre / scattate come si deve per descrivere i dettagli, potrebbero riempire 400 pagine. Diritti, soldi… non so spiegarmelo altrimenti.

Terzo posto: scrivo perchè devo
Nulla di nuovo sotto il sole. Come per ogni altra pubblicazione settoriale, anche qua ritroviamo i libri degli accademici non richiesti, quelli conclusi con una gran fretta, i volumi “strilloni” sull’ultima normativa, quelli che ingigantiscono foto e caratteri per sopperire alla mancanza di contenuti.

Le monografie

Prevedibile paragrafo, già preparato dal precedente. Sì, le monografie sono assolutamente i testi più significativi, che permettono di imparare di più e apprezzare al meglio un architetto senza fermarsi alla singola “hit”. Unico contro: in alcuni casi bisogna svenarsi, perchè cadere nel tranello dei “meglio di no” è facile: ci sono tante monografie insulse, superficiali, prive di contenuti.

Primo posto: Le opere complete dai costi improponibili
L’oeuvre complete di Le Corbusier, Renzo Piano Building Workshop, Frank LLoyd Wright Monograph 1887-1953, Peter Zumthor – Buildings and Projects 1985-2013 ecc. ecc.
Si parte dai 300 € e si arriva ai mille euro, dipende la collezione e/o la fama del Mostro Sacro in questione. Impossibili trovarli usati, si riesce a sfogliarli con gioia solo nelle biblioteche di architettura. Però sono gli unici testi onnicomprensivi, esaustivi e da cui veramente è impossibile chiedere di più (e grazie, direte).

Secondo posto: le collane Electa o Taschen
Quasi tutti i libri di queste collane si sono rivelati ottimi. Per l’Electa (costo dai 30 ai 90 €) ho trovato bellissimi quello di Toyo Ito, Waro Kishi, Alvar Aalto. Sono monografie generalmente più complete di quelle del cugino-economico Taschen, di cui ho comunque apprezzato il maxi volumone di Piano, quello di Hundertwasser e di Gaudi. Le mini-monografie a 10 euro sono ben fatte e sintetiche al punto giusto, senza esser vuote di contenuti. Se non state cercando la monografia del cuore, la Taschen è il giusto compromesso.

Terzo posto: testi inaspettati
Volumi non collegati a specifiche collane, ma che sono risultati ottimi nell’immortalare il lavoro dell’architetto in questione! Ovviamente prima di regalarlo, siate sicuri che l’architetto sia nelle corde di chi lo leggerà.
Gio Ponti. L’arte Si Innamora Dell’industria di Gio Ponti, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo di Chiara Rizzica, Alvaro Siza: Immaginare L’Evidenza di Álvaro Siza, Nikos Ktenas. Semplice / complesso di Salvatore Amaddeo, Rudolf Steiner Architetto di Vittorio Leti Messina.

esempio di monografia ben fatta e inaspettata: Mario Ridolfi, guida all’architettura di Valerio Palmieri

I saggi “facili da masticare”

Senza dubbio, i saggi dei migliori architetti contemporanei.
Hanno svecchiato sia il proprio linguaggio che la propria estetica, tanto da essere comprensibili a studenti alle prime armi o perfino a semplici appassionati. Non per questo danno un minore contributo, anzi, li ho trovati bellissimi, e ognuno di questi meriterebbe una recensione a parte. Suggerisco quindi:
Yes is More: An Archicomic on Architectural Evolution di BIG, Parallax: Architettura E Percezione di Steven Holl, Delirious New York di Rem Koolhaas.

Per gli addetti ai lavori

Senza alcun dubbio: le storie dell’Architettura.
Ho delle preferenze, ma è difficile che una storia dell’architettura – ben fatta – lasci insoddisfatti. Ce n’è per tutti i gusti: romanzate, sintetiche, filoamericane, filorganiche, filorazionaliste, filoeuropee… ognuna dà sempre un contributo differente.
Non per niente la nostra docente, prof.ssa Iolanda Lima, aveva assegnato ben 3 testi mastodontici, di tre autori differenti, per la sola storia contemporanea. Ma cavoli se aveva ragione.
Quindi dal mio preferito in giù, una bella carrellata di quelli che conosco meglio:
L’architettura moderna del Novecento di William J. R. Curtis, Storia dell’architettura moderna di Bruno Zevi, La storia dell’architettura 1905-2018 di Luigi Prestinenza Puglisi, Storia dell’architettura moderna di Kenneth Frampton, Lineamenti di Storia dell’architettura di Lorenzo Bartolini Salimbeni.
Bonus track, saggio storico molto bello: Lo spazio architettonico da Roma a Bisanzio di Sergio Bettini.

Dulcis in fundo i testi-manifesto obbligatori nei diversi corsi di laboratorio, e che in molti hanno in mente. Ma vi dirò, non sono tra i miei preferiti:
Verso un’architettura di Le Corbusier, Osservazioni elementari sul costruire di Heinrich Tessenow, Da cosa nasce cosa di Bruno Munari, Complessità e Contraddizioni nell’architettura di Robert Venturi, eccetera eccetera.

E… grazie

per essere arrivato alla fine di questo lungo articolo.
Se qualcosa di notevole / che vi ha colpito non è qui presente, segnalatemelo pure – sarà un piacere per me dargli un’occhiata!

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